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http://dl.ub.uni-freiburg.de/diglit/das_buergerhaus_28_1936/0025
dimensioni, ma ben proporzionata e perfettamente
organica : gli elementi costruttivi
e decorativi si armonizzano fra di loro
in giusto accordo, e rivelano le proporzioni
alquanto ridotte dei vani. Da notare
il bel portale di pietra con l'uscio ben
lavorato, che ne asseconda artisticamente
il disegno. Al sommo della finestra centrale
, nell'ornamentazione a stucco, è
riprodotto lo stemma dei Chicherio. Il
tetto è ancora l'antico, a „piode", dagli
spioventi piuttosto ripidi. Sulla destra,
un corpo sopraelevato serve a dar luce,
con le finestre che vi sono praticate, alla
gabbia della scala, di costruzione tipicamente
bellinzonese. Internamente, motivi
settecenteschi, eleganti e vivaci, ornano
volte, pareti, usci ed inferriate. Nell'atrio,
sotto una nicchia che accoglie un busto
di Cristo, è murata la faccia anteriore di
una pigna scolpita in pietra di Castione:
vi è riprodotto lo stemma dei Chicherio
e la data del 1773. Il cancelletto a tav. 13,
chiude l'imbocco della scala.

24

Palazzo della Banca dello Stato
(demolito)

Tavv. 18 e 22

L'attuale palazzo della Banca dello
Stato non corrisponde alla fotografia della
tav. 22. Quell'edificio fu demolito nel
1928 per ricostruire al suo posto l'attuale,
più conforme ai gusti ed ai bisogni moderni.
Era stato acquistato dal Cantone nel 1915
per collocarvi la Banca allora fondata;
apparteneva ad Andrea Antogninifu Gius,
ed era di aspetto modesto, ma schiettamente
nostrano e perfettamente intonato
con l'ambiente della Piazza Collegiata.
Era però anch'esso, in parte, il rifacimento
eseguito nel sec. XVII o nel XVIII, di
una costruzione medioevale, di cui rimanevano
alcuni avanzi nel lato verso la
Contrada di Codeborgo : un portale gotico,
un atrio con soffitto a cassettoni di legno
e, nel cortile, alcune tracce dell'antica
struttura. All'epoca di quel rifacimento
apparteneva forse la scala riprodotta a
tav. 18, ora distrutta. L'originale e movimentata
combinazione dei diversi elementi
che la costituiscono, dà un'impressione
di vera grazia ed armonia architettonica
e dimostra l'abilità degli architetti
bellinzonesi nel trovare sempre nuovi
espedienti per risolvere il problema della
scala, che si presentava ogni volta diverso
alla loro ingegnosità.

25

Casa A. Bonzanigo : portale

Tav. 8

Portale di bel disegno, appartenente
alla casa di Angelo Bonzanigo al N. 115
di Via Codeborgo. Questo edificio, certamente
trasformato a parecchie riprese, è
noto per essere stato, durante circa due
secoli, la Residenza dei P. P. Benedettini
di Einsiedeln, che vi tenevano un collegio.
Il portale riprodotto a tav. 8 fu probabilmente
costrutto quando i Benedettini
restaurarono l'edificio nel 1782.

La storia della Residenza e del Collegio
è narrata ampiamente, e, forse talvolta un
po'parzialmente, dal P. Rudolf Henggeler
O.S.B, di Einsiedeln, nel suo studio intitolato
: „Geschichte der Residenz und
des Gymnasiums in Bellenz'4, pubblicato
in „Mitteilungen des historischen Vereins
des Kantons Schwyz", Heft 27, 1918.
Ma già E. Motta se ne era occupato,
pubblicando e studiando documenti importanti
, relativi alle scuole del Cantone.
La scuola dei Benedettini compendiava
i numerosi tentativi fatti dalle famiglie
benestanti del Borgo in favore dell'istruzione
pubblica, fin dalsec. XIV. L.Brentani,
nel suo studio: „La scuola pubblica a
Bellinzona dal 300 al 500", cita documenti
dell'epoca riguardanti la fondazione
di benefici in favore dell'insegnamento,
nomine di maestri, tasse scolastiche, ecc.
Egli osserva che, nel 500, con l'avvento
della Sovranità svizzera, l'ordinamento
scolastico s'indebolì, per diversi motivi.
Nel 1583 S. Carlo, in occasione d'una sua
visita, ordinò e regolamentò la fondazione
di una scuola di carattere elementare,
trasferendo ad essa il godimento di alcune
cappellanie. Ma anche questa fondazione
non soddisfece completamente la popolazione
, poiché, dopo lunghe trattative e
con l'appoggio dei Cantoni sovrani, nel
1649 furono invitati i Gesuiti di Lucerna

XXIII


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