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vilineo o a linea spezzata, dipendente dal
fatto che le gronde non sono, come altrove
, l'estremo declivio degli spioventi,
ma risultano dallo sporgere delle travi
orizzontali dei soffitti. Singolare anche la
forma e la disposizione delle logge in moltissime
case rustiche del locarnese: logge
per lo più di legno, appese, si direbbe, all
'edificio come un complemento esterno.
D'onde la possibilità d'un più ampio uso:
si vedono case munite di logge che si svolgono
senza interruzione lungo tutto il
perimetro. A poca distanza, nella valle
Maggia, invece, la loggia, per lo più di
legno, in molti casi s'interna nella costruzione
. É così nell'Onsernone e nelle Cento-
valli, dove però il legno cede luogo ordinariamente
al granito, e compaiono tipi
di case simili a quelle del Malcantone,
con facciate abbondantemente aperte al
sole, portico al pianterreno, logge : talvolta
due o tre ordini di logge in corrispondenza
degli altri piani. Frequenti nel Gamba-
rogno le scale esterne fino al primo piano.
Ad Agno e nella valle del Vedeggio, si
osserva spesso una interessante singolarità
nella struttura del solaio, il quale
assume l'aspetto di una gran loggia che
ricorre lungo tutta una facciata, e talvolta
lungo tutti i lati, coi suoi gran vani aperti
fino al pavimento e muniti di balaustre per
lo più di legno : al sommo dell'edificio, un
materiale leggero, era il più indicato.
Nel Mendrisiotto, sono frequenti le case,
anche modeste, con un grande portale, per
cui si entra in un androne o sotto un portico
, e di lì in un cortile, lungo i lati del
quale, la costruzione si estende con
qualche ala.
E si potrebbero citare molti altri esempi
di queste particolarità che non è possibile
spiegarci con motivi d'ordine topografico
o storico. Si tratta probabilmente di antiche
usanze locali, la cui origine ed il cui
perchè è difficile rintracciare, e che talvolta
si estendono oltre i confini politici
del Cantone. I tetti e le logge della Val
d'Ossola corrispondono in generale a quelle
del Locarnese e della Valle Maggia. Le
case a grandi portali del Mendrisiotto sono
frequenti anche nel Varesotto ; nella Val-
solda si ritrovano le belle facciate del Lu-
ganese.
VI.
Usanze native però, non d'importazione.
È evidente invece che dalle regioni finitime
ci sono venute, nei periodi di progredita
civiltà, altre forme, elementi e modelli
di costruzione, da non confondere con gli
esempi citati. La casa delle valli superiori,
in quanto è casa di legno, rappresenta,
come ho già osservato, una forma autoctona
e necessaria: ma certe particolarità
della sua conformazione e della sua decorazione
interna, certe rivestiture delle
pareti e strutture dei soffitti, come certi
arredi, palesano l'influenza della casa
transalpina.
Ben più importanti e manifeste le influenze
di alcuni tipi di casa signorile lombarda
nella parte meridionale del Cantone.
Ville come quella già dei Conti Turconi a
Loverciano presso Castel S. Pietro si staccano
dal tono (non dico dal carattere)
dell'architettura locale e ricordano edifici
simili del Varesotto e della Brianza; come
la Villa Favorita di Castagnola è in istretta
parentela, nonostante le limitate dimensioni
e il suo aspetto modesto, con le ville
settecentesche del lago di Como. Analogamente
, i tre palazzi dei Nobili Riva in
Lugano, e il Palazzo Pollini, già Torriani,
in Mendrisio, i cui ricchi attributi corrispondono
a forme frequenti nei palazzi del
Comasco e del Milanese. E anche in edifici
meno sontuosi si manifesta l'influenza del
comune tipo lombardo quale era venuto
prosperando e nobilitandosi più precocemente
in condizioni più favorevoli delle
nostre. Alludo principalmente a certe case
di gente agiata, nè palazzi, ne ville, quantunque
ne abbiano un poco il fare, d'aspetto
semplice, spaziose nella loro struttura
organica: portici, scale, logge, sale:
sale spesso rallegrate da grandi caminiere
di marmo o di stucco e coperte con soffitti
a cassettoni. A Villa Coldrerio, a Brusata,
a Stabio, a Meride, a Riva San Vitale, nei
dintorni di Lugano si possono vedere edi-
fizi di tale genere. Tutti più o meno improntati
dei caratteri di quel barocco tranquillo,
quasi classicheggiante, ch'è, nella maggioranza
dei casi, il nostro barocco. Solo nel
secolo XVII deve essere cominciata l'usanza
, da parte delle nostre famiglie signorili,
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