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quanclo io ero fanciullo, non sarei io hora in peccato".
Vgl. S. 13. No. 3.
4. Die drei Söhne.
Narrasi duno padre di famiglia Fol. CLXXXXVIlIv
che avea tre figliuoli; il quäle essende- ricchissimo
et secondo il mondo vissuto honorevolmente il quäle
elli ancora era involuto in questa ciechita, ma pure gli
fue aperti gli occhi, in nanci che morisse et fu per
questo modo.
Essendo infermato et cognoscendo la sua infirmita
essere mortale, chiamoe ad se tre figliuoli, chelli aveva,
ai quali gia avea divisa la sua heredita et assegnato
ad ciascuno la sua parte, quäle di loro dovesse possedere
dopo la sua morte, et disse loro: „Figliuoli miei, io
cognoscho, che questa infirmita e mortale, et che gli e
finito il corso della mia vita, et certo io muoio volen-
tieri, perche al mondo sempre sono vissuto honorevolmente
et mai ebbi nessuna vergogna. Muoio ancho
volentieri, perche oe allevata buona famiglia et cognoscovi
essere buoni gharsoni, et lassovi tueti ricchi et pieni
d ogni bene temporale. Io dunque cognoscho avere a
stare pocho tempo con voi. Preghovi, che lanima
mia doppo la morte vi sia racchomandata".
Et confortandolo molto Ii figliuoli, che sarebbe loro
racchomandata, lui respuose et disse al maggiore:
„Preghoti, figliuol mio, che per mia consolatione mi
dichi, che beni tu farai per lanima mia da poi chio
saro morto?" Respuose et disse: „Io vi prometto, padre
mio, che come sarete morto, chio dispenseroe per lanima
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